LUNARIO PARMIGIANO

Febbraio 2013

 

Lunario parmigiano



 

LA STECCATA “BASILICA MINORE”


Il 9 febbraio 2008 è stato emesso il seguente decreto
:


Su istanza dell’Eccellentissimo e Reverendissimo Silvio Cesare Bonicelli, Vescovo emerito di Parma, che con lettera del 4 luglio 2007 ha espresso le preghiere e i desideri del clero e dei fedeli, la Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, in forza della facoltà concessele dal Sommo Pontefice BENEDETTO XVI, con grande gioia adorna la chiesa a Dio dedicata in onore della Beata Vergine Maria, comunemente detta “della Steccata”, nella città e diocesi di Parma, del titolo e della dignità di BASILICA MINORE con tutti i diritti e i privilegi liturgici connessi, osservato quanto sia da osservare, secondo il Decreto “Del Titolo di Basilica Minore” del 9 novembre 1989. Nonostante qualsiasi cosa in contrario.


Dalla sede della Congregazione per il culto Divino e la disciplina dei sacramenti, 9 febbraio 2008

 

12 Febbraio 1482


Zarotto Antonio stampa in Milano le Epistole di Cicerone. Il Zarotto di ragguardevole famiglia parmigiana fu il primo stampatore di quella città. Aveva appreso a far punzoni, a fonder caratteri e a maneggiar torchi: egli, il primo degli Italiani, emulò in questa parte i Tedeschi; avendo saputo fondere i caratteri greci non usati in Germania. Il perché venne da lui aggiunto gran lustro all'arte tipografica, e per lui Milano fu la prima a dar in luce libri greci: viveva ancora nel 1504.

 


RICORDO DI PIERINO BARBIERI


Diversi anni fa, nella sede della Famija Pramzana, si festeggiavano i 50 anni di fisarmonica di Pierino Barbieri. Pierino suonava e Bruno Lanfranchi leggeva poesie, sue e dello stesso Pierino. Alla fine della serata dissi a Lanfranchi:

“Bruno è stata una bella serata, e lui, molto soddisfatto, mi rispose:

“Musica e poesia, la coza pu béla ch’a se gh’ sia”.

Il Barbieri fisarmonicista è conosciuto da tutti. Lo è meno il poeta dialettale. Pierino ha scritto poesie divertenti ma anche altre più impegnate come ad esempio “La mama dal droghè, una poesia che rivela una grande sensibilità. È tutta molto bella e fa veramente riflettere. Il finale poi è un capolavoro: la mamma che chiede al Padreterno di perdonare il figlio e di mandare lei all’inferno al suo posto perché, “nel mondo l’ha già provato”. Una richiesta del genere sarebbe in grado di mettere in difficoltà il Padreterno. Per motivi di spazio abbiamo inserito soltanto le prime e le ultime strofe.

 


LA MAMA DAL DROGHÈ




Che morta a t'è mäi fat, al me ragas! Che

brutta morta, asurda, la infama!

Abandonè da tutti... a tgnir't in bras

 a n' gh' éra gnanca mi... mi, la mama!

 

mama, che par miga intosicärot

la n 't äva njént ätor che 'l lat,

quand t' ér puten; ch' l'à fat de tutt

p’r alvärot robust e san... mo guärda co' t'è fat!

 

A n' ‘t gh' äv avzén nisón 'd ch'i disgrasiè ch'a

t'à tirè con lór in meza al mäl,

 

la dentor, in ch'la bolgia di danè

ch' i ciamon "paradiz artificiäl"!

…………………………………………

Mo Sgnór! Mo Sgnór!... Int la disperasjón

a pòs soltant pregär… Lasom la feda,

e dà al me cór un po' ‘d rasegnasjón

finn quand m' arposarò sòtta ch' la préda.

 

Pardón'na al ragas... ciamol con Ti

e tén'l avzén par sémpor, in etèron...

putost che , int' al fogh, fam'gh andär mi

ch' j ò provè, int al mond, cmé l’é l'infèron...

 

 

 

 

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