PENSIERI PARMIGIANI

Giuseppe Mezzadri

NOVEMBRE 2010


 

RICORDO DI ETTORE GUATELLI

 

Ettore Guatelli
Ettore Guatelli



In occasione della presentazione del lunario parmigiano di “Parma Nostra” per il 2011


Una associazione come la nostra che ha uno statuto che, tra l’altro recita: “Parma Nostra si pone l’obiettivo del recupero e della salvaguardia di tutto quanto si può catalogare come “civiltà parmigiana”; quindi interventi nel campo del dialetto, della storia, dell’arte, delle tradizioni ecc. non poteva non conoscere e stimare Ettore Guatelli il fondatore del museo della Civiltà contadina di Ozzano Taro. Con Guatelli c’è stata collaborazione ma soprattutto amicizia con me, Fausto Bertozzi, Renzo Oddi e altri ancora.
Quest’anno ricorre il decimo anniversario della morte e vogliamo anche noi ricordarlo. Lo farò giocando di sponda. Nel 2000 sono stato alcuni mesi in Brasile ospite della missione di mio fratello missionario saveriano. In quella occasione ho conosciuto padre Silvano Zennari una sorta di Guatelli del Brasile.
Era responsabile di un santuario mariano da lui stesso costruito in alcune nicchie del quale aveva sistemato attrezzi agricoli, raccoglieva reperti della civiltà degli indios e amava intervistare le persone che ricordavano, direttamente o tramite i racconti dei padri o dei nonni, i primi tempi dell’emigrazione italiana in Brasile e ne ricavava racconti bellissimi. Gli parlai di Ettore e siccome si era dimostrato molto interessato, tornato in Italia gli ho spedito un video sul museo di Ozzano. Leggo alcune righe del suo commento nella risposta.

“…Io sto benino e, dentro del tempo limitato, sono sempre alla ricerca di nuovi episodi perché sono convinto che tante piccole storie, messe insieme, ne fanno una più grande.
Grazie per il filmato sul lavoro realizzato dall’amico Guatelli. Bello, col sottofondo musicale di Bach. Anche solo per questo lavoro Guatelli merita un posto speciale in paradiso con tutta la nostra gratitudine dal momento che ci sentiamo “figli dei campi” e non possiamo dimenticare le nostre radici…”
“…Vent’anni fa mi misi anch’io a raccogliere vecchi attrezzi. Ne trovai alcuni portati dall’Italia dai nostri emigranti. Poi smisi. Anche per questo lavoro occorre spazio, tempo e denaro. Spero che il signor Guatelli trovi seguaci per ricordarci come le nostre mamme facevano il pane delizioso e tutto il resto.


Mi pare una dimostrazione di come il riconoscimento del valore del lavoro di Guatelli non sia confinato ad Ozzano o a Parma soltanto ma abbia, tra le persone sensibili, estimatori in tutta Italia e non soltanto.
Guatelli aveva chiesto anche a me di essere uno di quei seguaci che continuassero a ricordare. Io gli ho dedicato due capitoli nei miei libri, un ricordo sulla gazzetta e nulla più.
Fortunatamente ci sono persone che non hanno lasciato cadere il testimone come l’associazione “Amici di Guatelli” che sta svolgendo un ottimo lavoro.


 


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