• Albareto
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  • Parco Reg. del Crinale
  • La foresta del M.Penna
  • Boschi di Carrega
  • Oasi del Monte Fuso
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  • Lago Santo
  • Lagoni
  • PARCO REGIONALE DEL CRINALE


    Recentemente, per tutelare adeguatamente i valori paesaggistici e naturalistici di questa fetta dell'Appennino Parmense, è stato istituito il Parco Regionale Alta Val Parma e Val Cedra, con legge regionale n.46 del 24 aprile 1995, il cui perimetro ricade all'interno dei Comuni di Monchio delle Corti e Corniglio e che qualifica ancor più il territorio come area ad alta qualità ambientale ed ecologica. Il parco comprende anche la Riserva Naturale Orientata "Guadine Pradaccio", visitabile solo su richiesta al Corpo Forestale dello Stato.

  • LA FORESTA DEL MONTE PENNA

    Una importante caratteristica del paesaggio dell'alta Val Taro è rappresentata dai suoi boschi, la cui migliore espressione è data dalla Foresta Demaniale del Monte Penna. Un tempo caratterizzata da alberi d'alto fusto (faggio e abete bianco) venne successivamente utilizzata come approvvigionamento di legname per i cantieri navali della Repubblica marinara genovese e come materia prima per il carbone di legna nello Stato dei Landi, subendo quindi un progressivo e massiccio depauperamento. Nel 1956, con la vendita della foresta del Monte Penna all'Azienda di Stato Foreste Demaniali inizia un periodo di tutela e di ricostruzione del bosco ad alto fusto. Oggi è visitabile attraverso i sentieri che conducono alla vetta del Monte Penna, alla carena del Monte Trevine ed al curioso affioramento della Nave. I boschi di faggio e di castagno favoriscono la crescita di preziosi frutti del sottobosco e, fra questi, i rinomati funghi porcini, la cui raccolta è rigorosamente regolamentata e necessita degli opportuni permessi. Dal massiccio del Monte Penna nascono, a poca distanza fra loro, i fiumi Taro e Ceno, che confluiscono più a valle all'altezza di Fornovo.

  • I BOSCHI DI CARREGA

    Il Parco Regionale dei Boschi di Carrega, è il primo istituito in Emilia Romagna (1982), si estende su una superficie di 1260 ha (col nuovo piano territoriale, che entrerà in vigore tra poco, la superficie sarà di poco superiore ai 5000 ettari, interessando anche i territori dei comuni vicini). E' situato sui terrazzi fluviali quaternari fra il Taro e il Baganza, a poca distanza da un altro parco regionale, quello del Taro. Gli splendidi boschi fin dall'epoca dei Farnese sono stati una riserva di caccia dei duchi di Parma, sopravvivendo alla progressiva deforestazione della pianura e della coliina. La tradizione venatoria è proseguita con i Borbone e Maria Luigia fino agli ultimi propietari, i principi di Carrega. La gradevole alternanza di boschi e prati e i numerosi ruscelli che solcano le dolci colline, alimentando vari specchi d'acqua, conferiscono al paesaggio un aspetto che ricorda i grandi parchi all'inglese. Nel parco sono presenti 65 specie di uccelli (tra cui lo sparviere e il lodolaio) e un buon numero di piccoli mammiferi (volpi, donnole, faine, scoiattoli, tassi). Fra i mammiferi di grossa taglia è presente il cinghiale, mentre una considerazione particolare merita il capriolo - animale oggi simbolo del parco - con un nucleo tra i più consistenti in Italia. Al centro del parco, sorge il neoclassico casino dei Boschi, realizzato nel 1789 su progetto di Ennemond Petitot come villa ducale e poi fatto ampliare da Maria Luigia. I Boschi di Carrega distano una quindicina di chilometri da Parma e si possono agevolmente raggiungere dal capoluogo percorrendo la Statale 62 della Cisa: da Collecchio e Sala Baganza è sufficiente seguire le indicazioni per il parco. L'uscita autostradale più vicina è Parma Ovest o anche Fornovo Taro, per chi scende dalla Cisa.

    Gestore: Consorzio costituito dai Comuni interessati e dalla Provincia di Parma.
    Sede: Centro Parco "R.Levati", Strada Orma 19, Sala Baganza (PR).
    Tel: 0521/836026 oppure 833440
    Fax: 0521/836369
    Superficie: 5.454 ha
    Provincia: Parma


  • L'OASI FAUNISTICA DEL MONTE FUSO

    L'Oasi faunistica del Monte Fuso è un territorio esteso per vari ettari con boschi di querce, olmi e carpini nei comuni di Tizzano e Neviano dove vivono varie specie di uccelli (cinciarelle, picchi, poiane, ecc.) e vengono allevati in regime di semilibertà daini, mufloni, cervi e altri animali. Vi si giunge dalla strada di Traversetolo-Sasso sino a Scurano (45 chilometri da Parma); poco prima del paese è indicata la direzione del Parco.




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